Racconto dal sottosuolo

di e con Silvia Franco e Silvia Signorini
scenografia Luca Baldini
video Ilir Tasho e Sandër Marra
costumi Marco Caboni
musiche originali Marco Bianciardi
luci Silvia Bindi
organizzazione Silvia Venturini
produzione Itinerari d’Inverno/laLut

Il lavoro nasce dall’incontro con un libro illustrato per bambini, Il racconto del lombrico del poeta dialettale Nino de Vita. Racconto in versi dalla saggezza antica sui mali passati e presenti della democrazia e della giustizia, una parabola per bambini e grandi, semplice e immediata, contro la demagogia e la scorciatoia dei capri espiatori.

Una voce si leva dal sottosuolo: “Sono innocente, non è colpa mia!”. Come stanno davvero le cose? Un pezzo di terra in una parte qualsiasi del mondo: un orto rigoglioso e ben curato; una minaccia terribile arriva come un fulmine sui suoi abitanti e rischia di metterli in pericolo di vita: le piante dell’orto stanno morendo. Di chi è la colpa? Da sopra e sotto il suolo si levano grida di paura. Tutti cercano il colpevole: bisogna trovarlo a tutti i costi, fare giustizia. E giustizia sarà fatta?
Il vivere pacifico di una comunità civile, “per bene”, come quella dell’orto, composta da grilli, lumache, chiocciole, lombrichi, grillotalpa ecc. si interrompe con l’arrivo di una minaccia esterna che fa scatenare paure e sospetti dell’uno nei confronti dell’altro: le piante dell’orto stanno morendo! Si cerca, in nome della giustizia, di ripristinare un’apparente serena convivenza civile cercando di individuare il colpevole e punirlo.
Il gatto, ospite dell’orto, comincia a solleticare le coscienze di un universo fragile e costretto a “vivere insieme”; è lui a stuzzicare dubbi, anche su di sé. Chi è innocente? Chi è il colpevole? Abbiamo scelto l’agire attorno ad una scenografia essenziale e fortemente evocativa, piuttosto che il racconto dei fatti, per dare spazio e vita agli ambienti, alle atmosfere, relazioni, conflitti ed emozioni che muovono la storia e ne rivelano la complessità. La parola entra in scena solo quando diventa necessaria per essere più forte ed incisiva. I personaggi e gli animali sono soltanto evocati attraverso elementi di costume e oggetti di uso quotidiano.

Età consigliata: 5-10 anni Lo spettacolo può essere la premessa di un percorso sui diritti umani in classe, curato da Amnesty International