A futura memoria

Polonia 1942: un giovane e colto polacco, sensibile marito e padre, decide di entrare nella polizia ebraica voluta dai tedeschi nel ghetto, con la speranza di salvare se stesso e la propria famiglia dai “campi di lavoro”.

Sannicandro Garganico (Puglia) 1938: un umile cantastorie si fa capo spirituale di un gruppo di contadini che si convertono all’ebraismo proprio nel momento in cui in Italia vengono istituite le leggi razziali.

Due storie lontane e realmente accadute, due lingue diverse, due sfondi opposti: la grande città al centro della Storia e lo sperduto paese ai margini della stessa Storia, un lieto fine ed uno tragico. Ciò che accomuna i protagonisti è forse l’aver compiuto scelte forti, estreme mossi dalla speranza di salvezza, del corpo o dell’anima.

Ho deciso di raccontarle una dopo l’altra perché il paradosso che ne scaturisce offre una chiave di lettura della Storia passata e crea un corto circuito tra memoria e contemporaneità.
“A futura memoria” è uno spettacolo di narrazione in cui le forme popolari incontrano l’esperienza del teatro di ricerca. Non intende essere una ricostruzione storica del nazifascismo. E’ piuttosto una riflessione sulla condizione umana della vittima e sulla ricerca “della salvezza”. A qualunque costo.
Massimiliano Poli

Lo spettacolo si adatta ad ogni tipo di spazio ma necessita di luogo oscurabile.